Gli Interventi Assistiti con gli animali (Pet therapy) e una possibile ripresa.

Lotto con questo titolo da giorni. Fino ad oggi abbiamo atteso, abbiamo osservato e valutato le situazioni, ora urge mettere in ordine le questioni, ne va della sopravvivenza del nostro Settore, dei nostri Progetti e del nostro lavoro.

Nelle prossime settimane chi ci governa darà indicazioni precise sulle modalità con cui tutti noi ci muoveremo nei prossimi mesi o meglio, nel prossimo anno. Ci diranno come potremo spostarci, come i nostri figli andranno a scuola, come si entrerà in ospedale, come e se potremo andare al mare, al cinema, al ristorante, come faremo sport e come potremo accudire i nostri animali.

E noi, Operatori degli IAA, in quale di questi Settori economici siamo?

Punto primo: siamo un Settore economico o di volontariato?

Siamo professionisti. Non si discute. La maggior parte delle nostre Equipe multidisciplinari appartengono ad Organizzazioni del Terzo Settore, al no profit e non al volontariato. Siamo APS (Associazioni Promozione Sociale) o Cooperative sociali e qualcuno gestisce i Progetti e le Equipe anche con Partite iva. La Normativa che ci regola, l’Accordo Stato Regioni del 2015 e i successivi recepimenti regionali ci indicano metodologie e ambiti di intervento ma non ci indicano la forma fiscale con cui applicarle. E’ corretto, questo l’ho sempre sostenuto. Siamo quindi professionisti del Terzo Settore, delle Partite iva, Collaboratori occasionali.

Punto secondo: Dove si realizzano i nostri Progetti?

Anche su questo non ci sono dubbi. Si devono realizzare in Strutture precise, si chiamano Centri specializzati o Strutture non specializzate. Non si realizzano dove capita. Gli IAA si possono realizzare solo in Centri specializzati o in Strutture non specializzate per gli IAA. Un Centro per gli IAA dovrà avere requisiti strutturali e gestionali precisi. Attenzione non si tratta di burocrazia ma solo così le nostre Strutture si differenzieranno da quelle sportive (Centri equestri o cinofili) o agricole (Fattorie didattiche o sociali). Solo così potremo definirci Settore educativo/terapeutico ed essere di supporto nei prossimi mesi a Comuni, Scuole, Centri riabilitativi etc.

Terzo punto: la relazione uomo-animale

Questa è la nostra forza, la nostra competenza. Nessuno sa gestire questo argomento meglio dei nostri professionisti. Ma a questo punto, in questo periodo di doveroso distanziamento sociale, diventa il nostro punto debole. Da sempre lavoriamo attraverso il contatto, gli sguardi, il gioco tra noi, l’utente e i nostri animali. Questo credo non sarà possibile per molto tempo. Qui non si scherza quindi, solo chi potrà garantire che le nostre attività si potranno realizzare anche con distanziamento e “barriere” potrà continuare a farlo. Dovremo quindi provare e condividere nuove metodologie e prassi

Quindi? Come potremo lavorare nel prossimo anno?

Credo che potrà continuare a proporre i Progetti di IAA solo chi sarà in grado di porre garanzie certe.

Le Strutture per gli IAA stesse, come sarà per ogni ambiente di lavoro, rispetteranno e applicheranno regole e comportamenti (distanziamenti, presenza di dispositivi, protocolli sanitari per gli animali coinvolti etc..) e un Responsabile dell’applicazione di tali regole, interno all’organigramma della Struttura per gli IAA, vigilerà.

Potremo solo così essere riconosciuti come professionisti della relazione uomo-animale e potremo operare a supporto di Enti e Istituzioni come Scuole, Comuni, Associazioni pazienti e genitori, famiglie con i nostri Progetti Educativi (EAA) o ludico-ricreativi (AAA) o anche a supporto di Centri riabilitativi e ASL con mission terapeutica, se saremo riconosciuti anche come Centri per le TAA.

Camilla Siliprandi

Presidente Associzione WeAnimal – Rete nazionale Operatori IAA

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